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Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

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Buongiorno, sono totalmente d'accordo con Bersan sulla prima mail e anche sulla risposta che ha dato a Paolo. Non perch¨¨ sia di parte,
ho letto con piacere alcuni non vedenti totali pensarla allo stesso modo.
Senza dover fare tornei tutti bendati e creare altre disparit¨¤ e senza doverne fare di soli ciechi e di soli ipovedenti, visto che siamo gi¨¤
pochi, si potrebbe valutare l'idea di introdurre un titolo per il primo classificato non vedente e il primo ipovedente, all'interno della classifica
generale, come si fa per la campionessa italiana. Anzi, non solo il primo ma una classifica avulsa completa di soli non vedenti e ipovedenti.
Forse potrebbe togliere ad alcuni quel senso di frustrazione e ingiustizia che sentono nel giocare non alla pari. Poi magari qualche ipo grave potrebbe
obbiettare che ¨¨ svantaggiato rispetto a uno meno grave.... ma vi assicuro che negli scacchi la classifica ¨¨ pi¨´ veritiera di altri sport perch¨¨ si basa sulla capacit¨¤
di calcolo e comprensione della posizione, che sia fatta con gli occhi con le mani o a mente.
Anche questa idea della classifica avulsa non ¨¨ di parte, infatti a me non interessa: prima di tutto gioco perch¨¨ mi piace e mi diverte. Secondo guardo la variazione elo.
Terzo una buona posizione non mi dispiace. Ma l'ordine delle mie priorit¨¤ sono queste. Prova ¨¨ che partecipo a tornei tra vedenti e se ci penso, potrei
sentirmi un po' svantaggiato. Ma se poi vinco qualche partita, nonostante questo, la soddisfazione ¨¨ anche maggiore.
?

ciao, Diego



Da:[email protected] <[email protected]> per conto di Bersan via groups.io <bersanvrioni@...>
Inviato:?luned¨¬ 26 agosto 2024 23:03
A:[email protected] <[email protected]>
Oggetto:?Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI
?
Ciao Paolo,

grazie per aver condiviso il tuo punto di vista in merito alla mia opinione espressa nell'articolo in oggetto.
?


Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Ciao, io mi trovo con l¡¯articolo scritto da Bersan. E la penso come Claudia.
Da giocatore cieco, preferisco classificarmi anche pi¨´ in basso, ma partecipare a tornei dove nessuno ¨¨ obbligato a bendarsi.
°ä´Ç°ù»å¾±²¹±ô¾±³Ù¨¤.

Davide

Il giorno lun 26 ago 2024 alle 23:15 Claudia via <claudi2015=[email protected]> ha scritto:
Io credo per¨° che a quel punto l'ipovedente passerebbe in una condizione di svantaggio, inquanto non potrebbe mai, per quanto allenato, avere la stessa facilit¨¤ di controllo tattile della scacchiera dei non vedenti, che usano gioco-forza il tatto per controllare l'ambiente in ogni momento. credo che il solo modo perch¨¨ nessuno sia svantaggiato, anche se qualcuno lo considera paradossale, sia che ognuno giochi con i mezzi che gli sono abituali.

> Il giorno 26 ago 2024, alle ore 19:34, Paolo Rivalta via <paolo.rivalta=[email protected]> ha scritto:
>
> ?Buonasera a tutti, al di l¨¤ delle polemiche, io penso che quando si gioca una partita di scacchi tra un non vedente e un ipovedente che gioca guardando la scacchiera e i pezzi,? , ¨¨ logico che l'ipovedente ha un po' di vantaggio, questo ¨¨ un fatto oggettivo e non contestabile, se no perch¨¨ in quasi tutti gli sport dove partecipano persone con gravi problemi di vista si fa uso delle bende per mettere tutti sullo stesso piano?
>
> Io capisco che l'ipovedente non voglia abituarsi a giocare soltanto attraverso il senso del tatto , perch¨¨ ci vuole tempo emolta pazienza,? finch¨¨ pu¨° giocare guardando? ?contro? un non vedente? continuer¨¤ a farlo se non obbligato dalle regole? a fare diversamente.
>
> Non ¨¨ una questione di inclusione,? perch¨¨ se io decido di iscrivermi ad un torneo dove sono tutti vedenti, non posso pretendere che i vedenti si bendino e sono consapevole che potr¨° avere qualche svantaggio, ma se io mi iscrivo ad un torneo dove si determina il campione nazionale tra i non vedenti e ipo, vorrei che fossimo tutti sullo stesso piano.
>
> Buona serata
>
> Paolo
>
>
>
> Il 26/08/2024 18:11, Bersan via ha scritto:
>> Ciao a tutti.
>>
>> Fa proprio tristezza, dopo aver espresso un'opinione, sentirsi dire da chi non entra affatto nel merito: non sei quello che sembri, sei un falso invalido, sei divisivo, fai polemiche del piffero, dai addosso agli altri, gli attacchi, gli infanghi, infierisci ...!
>> Mi chiedo quanto tali reazioni siano dovute al livore e, quanto alla carente propensione alla cognizione, alla valutazione critica e all'utilizzo di informazioni scritte.
>>
>> Un saluto,
>> Bersan
>>
>>
>>
>>
>>
>
>
>
>
>






Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Io credo per¨° che a quel punto l'ipovedente passerebbe in una condizione di svantaggio, inquanto non potrebbe mai, per quanto allenato, avere la stessa facilit¨¤ di controllo tattile della scacchiera dei non vedenti, che usano gioco-forza il tatto per controllare l'ambiente in ogni momento. credo che il solo modo perch¨¨ nessuno sia svantaggiato, anche se qualcuno lo considera paradossale, sia che ognuno giochi con i mezzi che gli sono abituali.

Il giorno 26 ago 2024, alle ore 19:34, Paolo Rivalta via groups.io <paolo.rivalta@...> ha scritto:

?Buonasera a tutti, al di l¨¤ delle polemiche, io penso che quando si gioca una partita di scacchi tra un non vedente e un ipovedente che gioca guardando la scacchiera e i pezzi, , ¨¨ logico che l'ipovedente ha un po' di vantaggio, questo ¨¨ un fatto oggettivo e non contestabile, se no perch¨¨ in quasi tutti gli sport dove partecipano persone con gravi problemi di vista si fa uso delle bende per mettere tutti sullo stesso piano?

Io capisco che l'ipovedente non voglia abituarsi a giocare soltanto attraverso il senso del tatto , perch¨¨ ci vuole tempo emolta pazienza, finch¨¨ pu¨° giocare guardando contro un non vedente continuer¨¤ a farlo se non obbligato dalle regole a fare diversamente.

Non ¨¨ una questione di inclusione, perch¨¨ se io decido di iscrivermi ad un torneo dove sono tutti vedenti, non posso pretendere che i vedenti si bendino e sono consapevole che potr¨° avere qualche svantaggio, ma se io mi iscrivo ad un torneo dove si determina il campione nazionale tra i non vedenti e ipo, vorrei che fossimo tutti sullo stesso piano.

Buona serata

Paolo



Il 26/08/2024 18:11, Bersan via groups.io ha scritto:
Ciao a tutti.

Fa proprio tristezza, dopo aver espresso un'opinione, sentirsi dire da chi non entra affatto nel merito: non sei quello che sembri, sei un falso invalido, sei divisivo, fai polemiche del piffero, dai addosso agli altri, gli attacchi, gli infanghi, infierisci ...!
Mi chiedo quanto tali reazioni siano dovute al livore e, quanto alla carente propensione alla cognizione, alla valutazione critica e all'utilizzo di informazioni scritte.

Un saluto,
Bersan








Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Ciao Paolo,

grazie per aver condiviso il tuo punto di vista in merito alla mia opinione espressa nell'articolo in oggetto.

Concordo con te quando dici che in una partita di scacchi tra un non vedente e un ipovedente, quest'ultimo possa avere un certo vantaggio.
Tuttavia, credo che gli scacchi siano difficilmente comparabili ad altri sport motori, adattati per disabili visivi come il baseball, il tennis o il calcio, oppure creati appositamente per loro, come il Goalball, il Torball e lo Showdown, dove l'uso della benda ¨¨ una componente integrale delle regole del gioco.
Gli scacchi, invece, sono uno sport della mente, n¨¦ nato n¨¦ adattato per i ciechi, ma, fortunatamente , accessibile a loro. La partecipazione di ciechi e ipovedenti al gioco degli scacchi ¨¨ regolamentata dalla FIDE, che permette ai ciechi di utilizzare scacchiere tattili, orologi vocalizzati e registratori vocali, agli ipovedenti invece, di usare strumenti come lampade per migliorare la visibilit¨¤.
Detto questo, nulla vieta di organizzare tornei scacchistici specifici di categoria. Cos¨¬ come esistono tornei per under12, over50, femminili, provinciali e regionali, possono benissimo essere organizzati anche tornei per soli ciechi, dove proclamare il campione dei ciechi e l'uso della benda potrebbe avere un senso.
Non sono per¨° d'accordo con l'idea che in un torneo tra ciechi e ipovedenti sarebbe giusto l'uso della benda. Se uno vince il titolo di campione dei ciechi e ipovedenti, non significa che sia il campione dei soli ciechi: si tratta del campione di chi non vede e di chi vede poco.
Inoltre, non capisco ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ l'ipovedente, secondo te, dovrebbe poter essere bendato mentre per il vedente la benda fosse meno esigibile.
Sono d'accordo con te,, anche sul fatto che l'ipovedente possa preferire non allenare il tatto, ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ richiede molto tempo e pazienza.
Credo per¨°, che sia suo diritto giocare utilizzando il residuo visivo che ha. Perch¨¦ dobbiamo arrogarci il diritto di imporgli l'adozione di una modalit¨¤ che comporta maggiore fatica per lui?

In termini di inclusione, penso che la questione sia semplice: se ciechi, ipovedenti e vedenti giocassero insieme, l'inclusione sarebbe totale; se giocassero solo ciechi e ipovedenti, l'inclusione sarebbe parziale; se giocassero solo tra ciechi, pi¨´ che inclusione sarebbe ghettizzazione.


Spero di essere riuscito a spiegarmi.

Un saluto,
Bersan


-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] [mailto:[email protected]] Per conto di Paolo Rivalta via groups.io
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 19:34
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Buonasera a tutti, al di l¨¤ delle polemiche, io penso che quando si
gioca una partita di scacchi tra un non vedente e un ipovedente che
gioca guardando la scacchiera e i pezzi, , ¨¨ logico che l'ipovedente ha
un po' di vantaggio, questo ¨¨ un fatto oggettivo e non contestabile, se
no perch¨¨ in quasi tutti gli sport dove partecipano persone con gravi
problemi di vista si fa uso delle bende per mettere tutti sullo stesso
piano?

Io capisco che l'ipovedente non voglia abituarsi a giocare soltanto
attraverso il senso del tatto , perch¨¨ ci vuole tempo emolta pazienza,
finch¨¨ pu¨° giocare guardando contro un non vedente continuer¨¤ a
farlo se non obbligato dalle regole a fare diversamente.

Non ¨¨ una questione di inclusione, perch¨¨ se io decido di iscrivermi ad
un torneo dove sono tutti vedenti, non posso pretendere che i vedenti si
bendino e sono consapevole che potr¨° avere qualche svantaggio, ma se io
mi iscrivo ad un torneo dove si determina il campione nazionale tra i
non vedenti e ipo, vorrei che fossimo tutti sullo stesso piano.

Buona serata

Paolo

Il 26/08/2024 18:11, Bersan via groups.io ha scritto:
Ciao a tutti.

Fa proprio tristezza, dopo aver espresso un'opinione, sentirsi dire da chi non entra affatto nel merito: non sei quello che sembri, sei un falso invalido, sei divisivo, fai polemiche del piffero, dai addosso agli altri, gli attacchi, gli infanghi, infierisci ...!
Mi chiedo quanto tali reazioni siano dovute al livore e, quanto alla carente propensione alla cognizione, alla valutazione critica e all'utilizzo di informazioni scritte.

Un saluto,
Bersan






Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Scrivo per ringraziare Michele, per la sua mail costruttiva e propositiva che mi trova assolutamente concorde.
Speriamo che si riesca a farne tesoro.
Un saluto.

Il giorno 26 ago 2024, alle ore 18:11, Bersan via groups.io <bersanvrioni@...> ha scritto:

?Ciao a tutti.

Fa proprio tristezza, dopo aver espresso un'opinione, sentirsi dire da chi non entra affatto nel merito: non sei quello che sembri, sei un falso invalido, sei divisivo, fai polemiche del piffero, dai addosso agli altri, gli attacchi, gli infanghi, infierisci ...!
Mi chiedo quanto tali reazioni siano dovute al livore e, quanto alla carente propensione alla cognizione, alla valutazione critica e all'utilizzo di informazioni scritte.

Un saluto,
Bersan






Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Buonasera a tutti, al di l¨¤ delle polemiche, io penso che quando si gioca una partita di scacchi tra un non vedente e un ipovedente che gioca guardando la scacchiera e i pezzi,? , ¨¨ logico che l'ipovedente ha un po' di vantaggio, questo ¨¨ un fatto oggettivo e non contestabile, se no perch¨¨ in quasi tutti gli sport dove partecipano persone con gravi problemi di vista si fa uso delle bende per mettere tutti sullo stesso piano?

Io capisco che l'ipovedente non voglia abituarsi a giocare soltanto attraverso il senso del tatto , perch¨¨ ci vuole tempo emolta pazienza,? finch¨¨ pu¨° giocare guardando?? contro? un non vedente? continuer¨¤ a farlo se non obbligato dalle regole? a fare diversamente.

Non ¨¨ una questione di inclusione,? perch¨¨ se io decido di iscrivermi ad un torneo dove sono tutti vedenti, non posso pretendere che i vedenti si bendino e sono consapevole che potr¨° avere qualche svantaggio, ma se io mi iscrivo ad un torneo dove si determina il campione nazionale tra i non vedenti e ipo, vorrei che fossimo tutti sullo stesso piano.

Buona serata

Paolo

Il 26/08/2024 18:11, Bersan via groups.io ha scritto:
Ciao a tutti.

Fa proprio tristezza, dopo aver espresso un'opinione, sentirsi dire da chi non entra affatto nel merito: non sei quello che sembri, sei un falso invalido, sei divisivo, fai polemiche del piffero, dai addosso agli altri, gli attacchi, gli infanghi, infierisci ...!
Mi chiedo quanto tali reazioni siano dovute al livore e, quanto alla carente propensione alla cognizione, alla valutazione critica e all'utilizzo di informazioni scritte.

Un saluto,
Bersan





Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Ciao a tutti.

Fa proprio tristezza, dopo aver espresso un'opinione, sentirsi dire da chi non entra affatto nel merito: non sei quello che sembri, sei un falso invalido, sei divisivo, fai polemiche del piffero, dai addosso agli altri, gli attacchi, gli infanghi, infierisci ...!
Mi chiedo quanto tali reazioni siano dovute al livore e, quanto alla carente propensione alla cognizione, alla valutazione critica e all'utilizzo di informazioni scritte.

Un saluto,
Bersan


Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

caro simone, certo che ci vedremo a roma

----- Original Message -----
From: "Simone Zenini" <zeninis@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 4:20 PM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Ciao Giuseppe,

s¨¬ s¨¬ sapevo della contestazione ma non sapevo la chiusura della questione. So anche del torneo di novembre e vi parteciper¨° e, non so ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ non mi stupisce che vi partecipino parecchi giocatori dell'ASCID. Di solito le guerre si fanno tra poveri.
Ci vedremo a Roma, se non sbaglio.
-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] <[email protected]> Per conto di giuseppe baratta via groups.io
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 15:45
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro simone, ha contestato il torneo denunciato il torneo agli organi di competenza, ma proprio l'azienda che omologa tutti i tornei, lo ha omologato su opposizione proprio dell'ascid, quindi aprire delle polemiche quando la federazione ha dato parere contrario a coloro che non va gi¨´ il torneo, ansi di dir¨° unaltra cosa che nessuno ha detto, dal 8 al 10 novembre si terr¨¤ a roma la seconda edizione del torneo di roma, dove parecchi iscritti dell'ascid vi partecipano, vedi bersan e erica quindi cosa alimentano polemiche del piffero?
----- Original Message -----
From: "Simone Zenini" <zeninis@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 3:29 PM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Ciao Giuseppe,

Grazie per aver chiarito se il torneo fosse omologato o no ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ a Bersan gliel'ho chiesto sui social ma non ha risposto. Se ¨¨ un torneo omologato e nessun ipovedente vi ha partecipato, l'ipotetica discriminazione degli ipovedenti in quel torneo non sussiste.

-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] <[email protected]> Per conto di giuseppe baratta via groups.io
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 14:01
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la contrappoisizione, quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato e ribadisco e omologato
----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io
<pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della
mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha
espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no,
puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni,
facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e
costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei
diritti degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io"
<bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI
SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO
RIMANERE INCLUSIVI INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque
volte Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti,
Presidente dell'ASCID (Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti
Italiani), nonch¨¦ Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International
Braille Chess Association), suprema autorit¨¤ mondiale degli scacchi
per ciechi e ipovedenti. Scrivo per esprimere la mia opinione in
merito ad un dibattito che, sia nel passato che di recente, ha
animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei
portare questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza
disabilit¨¤ visiva, dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di
chiunque sia interessato all'argomento, con l'auspicio di farli
riflettere in merito e magari sentire la loro opinione. Si discute
sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a giocatori con diversa
capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare bendati. I
sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono
imparare a vedere, chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22
al 24 marzo 2024, presso l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un
torneo di scacchi aperto a ciechi e ipovedenti, dove per regolamento,
tutti i partecipanti erano tenuti a giocare bendati. Non ha
partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta tra soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi
appositamente progettati per consentire un'agevole esplorazione
tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le
case nere leggermente rialzate di qualche millimetro per essere
distinguibili dalle bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di
un piolo alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle
magnetiche, dove sia le case che i pezzi sono provvisti di magneti
che garantiscono uno stabile ancoraggio. I pezzi neri sono
contrassegnati da una piccola capocchia piantata sulla sommit¨¤ che li
rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨ almeno un cieco,
ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo permette al
non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando
il pezzo e la casa di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3").
Dopo ogni mossa, ciascun giocatore la esegue sulla sua scacchiera,
sia la propria che quella dell'avversario, in modo che entrambe le
scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni momento. Questa ¨¨
una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli
scacchi "alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli
scacchi in cui si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne
vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A
TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per
interagire con il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´
efficace richiede il coinvolgimento di diversi processi cognitivi e
dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨
indispensabile per la vita quotidiana: per orientarsi nello spazio,
riconoscere gli oggetti, leggere, scrivere e molto altro ancora.
Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare ³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤ comparabile, non
basterebbe di certo indossare una benda durante le partite di un
torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente,
non lo pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe
un'enorme penalizzazione per lui. Egli non pu¨° raccogliere
informazioni sulla collocazione dei pezzi e le relazioni spaziali tra
essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ non ha mai avuto la
necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da bendato sarebbe
costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una sfida
cognitiva di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori
ciechi che possono utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe
estremamente difficile eseguire correttamente le proprie e altrui
mosse sulla scacchiera, o consultare l'orologio. Dovrebbe anche
imparare a gestire un registratore vocale per annotare le mosse,
senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli
scacchi non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono
sorgere durante una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni
amministrative.
Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole,
dovrebbe essere possibile raggiungere una corretta decisione
studiando analoghe situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le
"Linee guida sul trattamento dei giocatori di scacchi disabili"
prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori ipovedenti, di poter
utilizzare apposite lampade, per illuminare ulteriormente la propria
scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui
regolamento, vieta a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la
lampada per illuminare la propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con
le succitate linee guida della FIDE e il torneo non andrebbe
omologato. A maggior ragione, un torneo che impone di bendare i
giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza,
che storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e
²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤.
Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤
accessibile anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente,
sono orgoglioso di praticare questa disciplina che, ci permette di
competere in tutti i tornei come qualsiasi altro giocatore, seguendo
le stesse regole, concorrendo per gli stessi titoli e partecipando
allo stesso circuito di rating mondiale.
A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far
giocare bendato contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare
l'intrinseco potere inclusivo degli scacchi in ghettizzazione.
L'inclusione non si ottiene bendando chi vede, ma aiutando gli
scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che possono incontrare
nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove
invitare persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la
scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il
grande sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto
mettere in campo per poter praticare questa affascinante disciplina.
Tale esperienza, potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto
reciproco, riconoscendo il valore delle diverse abilit¨¤ senza la
necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle competizioni vere e
proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Simone Zenini
 

Ciao Giuseppe,

s¨¬ s¨¬ sapevo della contestazione ma non sapevo la chiusura della questione. So anche del torneo di novembre e vi parteciper¨° e, non so ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ non mi stupisce che vi partecipino parecchi giocatori dell'ASCID. Di solito le guerre si fanno tra poveri.
Ci vedremo a Roma, se non sbaglio.
-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] <[email protected]> Per conto di giuseppe baratta via groups.io
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 15:45
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro simone, ha contestato il torneo denunciato il torneo agli organi di competenza, ma proprio l'azienda che omologa tutti i tornei, lo ha omologato su opposizione proprio dell'ascid, quindi aprire delle polemiche quando la federazione ha dato parere contrario a coloro che non va gi¨´ il torneo, ansi di dir¨° unaltra cosa che nessuno ha detto, dal 8 al 10 novembre si terr¨¤ a roma la seconda edizione del torneo di roma, dove parecchi iscritti dell'ascid vi partecipano, vedi bersan e erica quindi cosa alimentano polemiche del piffero?

----- Original Message -----
From: "Simone Zenini" <zeninis@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 3:29 PM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Ciao Giuseppe,

Grazie per aver chiarito se il torneo fosse omologato o no ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ a Bersan gliel'ho chiesto sui social ma non ha risposto. Se ¨¨ un torneo omologato e nessun ipovedente vi ha partecipato, l'ipotetica discriminazione degli ipovedenti in quel torneo non sussiste.

-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] <[email protected]> Per conto di giuseppe baratta via groups.io
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 14:01
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la contrappoisizione, quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato e ribadisco e omologato
----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io
<pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della
mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha
espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no,
puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni,
facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e
costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei
diritti degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io"
<bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI
SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO
RIMANERE INCLUSIVI INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque
volte Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti,
Presidente dell'ASCID (Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti
Italiani), nonch¨¦ Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International
Braille Chess Association), suprema autorit¨¤ mondiale degli scacchi
per ciechi e ipovedenti. Scrivo per esprimere la mia opinione in
merito ad un dibattito che, sia nel passato che di recente, ha
animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei
portare questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza
disabilit¨¤ visiva, dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di
chiunque sia interessato all'argomento, con l'auspicio di farli
riflettere in merito e magari sentire la loro opinione. Si discute
sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a giocatori con diversa
capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare bendati. I
sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono
imparare a vedere, chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22
al 24 marzo 2024, presso l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un
torneo di scacchi aperto a ciechi e ipovedenti, dove per regolamento,
tutti i partecipanti erano tenuti a giocare bendati. Non ha
partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta tra soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi
appositamente progettati per consentire un'agevole esplorazione
tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le
case nere leggermente rialzate di qualche millimetro per essere
distinguibili dalle bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di
un piolo alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle
magnetiche, dove sia le case che i pezzi sono provvisti di magneti
che garantiscono uno stabile ancoraggio. I pezzi neri sono
contrassegnati da una piccola capocchia piantata sulla sommit¨¤ che li
rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨ almeno un cieco,
ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo permette al
non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando
il pezzo e la casa di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3").
Dopo ogni mossa, ciascun giocatore la esegue sulla sua scacchiera,
sia la propria che quella dell'avversario, in modo che entrambe le
scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni momento. Questa ¨¨
una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli
scacchi "alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli
scacchi in cui si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne
vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A
TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per
interagire con il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´
efficace richiede il coinvolgimento di diversi processi cognitivi e
dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨
indispensabile per la vita quotidiana: per orientarsi nello spazio,
riconoscere gli oggetti, leggere, scrivere e molto altro ancora.
Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare ³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤ comparabile, non
basterebbe di certo indossare una benda durante le partite di un
torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente,
non lo pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe
un'enorme penalizzazione per lui. Egli non pu¨° raccogliere
informazioni sulla collocazione dei pezzi e le relazioni spaziali tra
essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ non ha mai avuto la
necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da bendato sarebbe
costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una sfida
cognitiva di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori
ciechi che possono utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe
estremamente difficile eseguire correttamente le proprie e altrui
mosse sulla scacchiera, o consultare l'orologio. Dovrebbe anche
imparare a gestire un registratore vocale per annotare le mosse,
senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli
scacchi non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono
sorgere durante una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni
amministrative.
Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole,
dovrebbe essere possibile raggiungere una corretta decisione
studiando analoghe situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le
"Linee guida sul trattamento dei giocatori di scacchi disabili"
prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori ipovedenti, di poter
utilizzare apposite lampade, per illuminare ulteriormente la propria
scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui
regolamento, vieta a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la
lampada per illuminare la propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con
le succitate linee guida della FIDE e il torneo non andrebbe
omologato. A maggior ragione, un torneo che impone di bendare i
giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza,
che storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e
²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤.
Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤
accessibile anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente,
sono orgoglioso di praticare questa disciplina che, ci permette di
competere in tutti i tornei come qualsiasi altro giocatore, seguendo
le stesse regole, concorrendo per gli stessi titoli e partecipando
allo stesso circuito di rating mondiale.
A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far
giocare bendato contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare
l'intrinseco potere inclusivo degli scacchi in ghettizzazione.
L'inclusione non si ottiene bendando chi vede, ma aiutando gli
scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che possono incontrare
nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove
invitare persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la
scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il
grande sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto
mettere in campo per poter praticare questa affascinante disciplina.
Tale esperienza, potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto
reciproco, riconoscendo il valore delle diverse abilit¨¤ senza la
necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle competizioni vere e
proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

caro bersan, ¨¨ questo che ho capito da
l tuo articolo,

----- Original Message -----
From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 2:40 PM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Ciao Giuseppe,

ribadisci il fatto che il torneo sia omologato: ho forse detto il contrario?
Utilizzi il verbo infierire, che significa accanirsi con particolare violenza e ferocia contro qualcuno: ¨¨ veramente questo che traspare dal mio articolo?

Un saluto,
Bersan


-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] [mailto:[email protected]] Per conto di giuseppe baratta
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 14:01
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la
contrappoisizione,
quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato
e ribadisco e omologato
----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per
un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non
dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che
serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun
ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io
<pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail
sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il
suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a
convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando
una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti
degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io"
<bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato
che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei
portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤
visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia
interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari
sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti
a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a
giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la
competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare
a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a
ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨
svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della
posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case
nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un
piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove
sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno
stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il
pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli
scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in
cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A
TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire
con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile
per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa
sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le
partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non
lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei
pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente
±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che
possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non
vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative.
Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole,
dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare
la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che
impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato
inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤.
Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤
accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso
di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i
tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo
per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale.
A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea
interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera
tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il
grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in
campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

caro simone, ha contestato il torneo denunciato il torneo agli organi di competenza, ma proprio l'azienda che omologa tutti i tornei, lo ha omologato su opposizione proprio dell'ascid,
quindi aprire delle polemiche quando la federazione ha dato parere contrario a coloro che non va gi¨´ il torneo,
ansi di dir¨°
unaltra cosa che nessuno ha detto,
dal 8 al 10 novembre si terr¨¤ a roma la seconda edizione del torneo di roma,
dove parecchi iscritti dell'ascid vi partecipano,
vedi bersan e erica
quindi cosa alimentano polemiche del piffero?

----- Original Message -----
From: "Simone Zenini" <zeninis@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 3:29 PM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Ciao Giuseppe,

Grazie per aver chiarito se il torneo fosse omologato o no ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ a Bersan gliel'ho chiesto sui social ma non ha risposto. Se ¨¨ un torneo omologato e nessun ipovedente vi ha partecipato, l'ipotetica discriminazione degli ipovedenti in quel torneo non sussiste.

-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] <[email protected]> Per conto di giuseppe baratta via groups.io
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 14:01
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la contrappoisizione, quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato e ribadisco e omologato
----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io
<pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della
mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha
espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no,
puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni,
facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei
diritti degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io"
<bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI
SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO
RIMANERE INCLUSIVI INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque
volte Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti,
Presidente dell'ASCID (Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti
Italiani), nonch¨¦ Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International
Braille Chess Association), suprema autorit¨¤ mondiale degli scacchi
per ciechi e ipovedenti. Scrivo per esprimere la mia opinione in
merito ad un dibattito che, sia nel passato che di recente, ha
animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei
portare questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza
disabilit¨¤ visiva, dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di
chiunque sia interessato all'argomento, con l'auspicio di farli
riflettere in merito e magari sentire la loro opinione. Si discute
sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a giocatori con diversa
capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare bendati. I
sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono
imparare a vedere, chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22
al 24 marzo 2024, presso l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un
torneo di scacchi aperto a ciechi e ipovedenti, dove per regolamento,
tutti i partecipanti erano tenuti a giocare bendati. Non ha
partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta tra soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi
appositamente progettati per consentire un'agevole esplorazione
tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le
case nere leggermente rialzate di qualche millimetro per essere
distinguibili dalle bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di
un piolo alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle
magnetiche, dove sia le case che i pezzi sono provvisti di magneti
che garantiscono uno stabile ancoraggio. I pezzi neri sono
contrassegnati da una piccola capocchia piantata sulla sommit¨¤ che li
rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨ almeno un cieco,
ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo permette al
non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando
il pezzo e la casa di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3").
Dopo ogni mossa, ciascun giocatore la esegue sulla sua scacchiera,
sia la propria che quella dell'avversario, in modo che entrambe le
scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni momento. Questa ¨¨
una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli
scacchi "alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli
scacchi in cui si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne
vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A
TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per
interagire con il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´
efficace richiede il coinvolgimento di diversi processi cognitivi e
dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨
indispensabile per la vita quotidiana: per orientarsi nello spazio,
riconoscere gli oggetti, leggere, scrivere e molto altro ancora.
Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare ³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤ comparabile, non
basterebbe di certo indossare una benda durante le partite di un
torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente,
non lo pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe
un'enorme penalizzazione per lui. Egli non pu¨° raccogliere
informazioni sulla collocazione dei pezzi e le relazioni spaziali tra
essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ non ha mai avuto la
necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da bendato sarebbe
costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una sfida
cognitiva di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori
ciechi che possono utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe
estremamente difficile eseguire correttamente le proprie e altrui
mosse sulla scacchiera, o consultare l'orologio. Dovrebbe anche
imparare a gestire un registratore vocale per annotare le mosse,
senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli
scacchi non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono
sorgere durante una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni
amministrative.
Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole,
dovrebbe essere possibile raggiungere una corretta decisione
studiando analoghe situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le
"Linee guida sul trattamento dei giocatori di scacchi disabili"
prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori ipovedenti, di poter
utilizzare apposite lampade, per illuminare ulteriormente la propria
scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui
regolamento, vieta a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la
lampada per illuminare la propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con
le succitate linee guida della FIDE e il torneo non andrebbe
omologato. A maggior ragione, un torneo che impone di bendare i
giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza,
che storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤.
Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤
accessibile anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente,
sono orgoglioso di praticare questa disciplina che, ci permette di
competere in tutti i tornei come qualsiasi altro giocatore, seguendo
le stesse regole, concorrendo per gli stessi titoli e partecipando
allo stesso circuito di rating mondiale.
A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far
giocare bendato contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare
l'intrinseco potere inclusivo degli scacchi in ghettizzazione.
L'inclusione non si ottiene bendando chi vede, ma aiutando gli
scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che possono incontrare
nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove
invitare persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la
scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il
grande sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto
mettere in campo per poter praticare questa affascinante disciplina.
Tale esperienza, potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto
reciproco, riconoscendo il valore delle diverse abilit¨¤ senza la
necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle competizioni vere e
proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Simone Zenini
 

Ciao Giuseppe,

Grazie per aver chiarito se il torneo fosse omologato o no ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ a Bersan gliel'ho chiesto sui social ma non ha risposto. Se ¨¨ un torneo omologato e nessun ipovedente vi ha partecipato, l'ipotetica discriminazione degli ipovedenti in quel torneo non sussiste.

-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] <[email protected]> Per conto di giuseppe baratta via groups.io
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 14:01
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la contrappoisizione, quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato e ribadisco e omologato

----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io
<pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della
mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha
espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no,
puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni,
facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei
diritti degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che
ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io"
<bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI
SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO
RIMANERE INCLUSIVI INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque
volte Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti,
Presidente dell'ASCID (Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti
Italiani), nonch¨¦ Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International
Braille Chess Association), suprema autorit¨¤ mondiale degli scacchi
per ciechi e ipovedenti. Scrivo per esprimere la mia opinione in
merito ad un dibattito che, sia nel passato che di recente, ha
animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei
portare questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza
disabilit¨¤ visiva, dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di
chiunque sia interessato all'argomento, con l'auspicio di farli
riflettere in merito e magari sentire la loro opinione. Si discute
sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a giocatori con diversa
capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare bendati. I
sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono
imparare a vedere, chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22
al 24 marzo 2024, presso l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un
torneo di scacchi aperto a ciechi e ipovedenti, dove per regolamento,
tutti i partecipanti erano tenuti a giocare bendati. Non ha
partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta tra soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi
appositamente progettati per consentire un'agevole esplorazione
tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le
case nere leggermente rialzate di qualche millimetro per essere
distinguibili dalle bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di
un piolo alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle
magnetiche, dove sia le case che i pezzi sono provvisti di magneti
che garantiscono uno stabile ancoraggio. I pezzi neri sono
contrassegnati da una piccola capocchia piantata sulla sommit¨¤ che li
rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨ almeno un cieco,
ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo permette al
non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando
il pezzo e la casa di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3").
Dopo ogni mossa, ciascun giocatore la esegue sulla sua scacchiera,
sia la propria che quella dell'avversario, in modo che entrambe le
scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni momento. Questa ¨¨
una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli
scacchi "alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli
scacchi in cui si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne
vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A
TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per
interagire con il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´
efficace richiede il coinvolgimento di diversi processi cognitivi e
dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨
indispensabile per la vita quotidiana: per orientarsi nello spazio,
riconoscere gli oggetti, leggere, scrivere e molto altro ancora.
Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare ³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤ comparabile, non
basterebbe di certo indossare una benda durante le partite di un
torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente,
non lo pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe
un'enorme penalizzazione per lui. Egli non pu¨° raccogliere
informazioni sulla collocazione dei pezzi e le relazioni spaziali tra
essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ non ha mai avuto la
necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da bendato sarebbe
costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una sfida
cognitiva di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori
ciechi che possono utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe
estremamente difficile eseguire correttamente le proprie e altrui
mosse sulla scacchiera, o consultare l'orologio. Dovrebbe anche
imparare a gestire un registratore vocale per annotare le mosse,
senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli
scacchi non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono
sorgere durante una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni
amministrative.
Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole,
dovrebbe essere possibile raggiungere una corretta decisione
studiando analoghe situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le
"Linee guida sul trattamento dei giocatori di scacchi disabili"
prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori ipovedenti, di poter
utilizzare apposite lampade, per illuminare ulteriormente la propria
scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui
regolamento, vieta a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la
lampada per illuminare la propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con
le succitate linee guida della FIDE e il torneo non andrebbe
omologato. A maggior ragione, un torneo che impone di bendare i
giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza,
che storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤.
Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤
accessibile anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente,
sono orgoglioso di praticare questa disciplina che, ci permette di
competere in tutti i tornei come qualsiasi altro giocatore, seguendo
le stesse regole, concorrendo per gli stessi titoli e partecipando
allo stesso circuito di rating mondiale.
A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far
giocare bendato contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare
l'intrinseco potere inclusivo degli scacchi in ghettizzazione.
L'inclusione non si ottiene bendando chi vede, ma aiutando gli
scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che possono incontrare
nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove
invitare persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la
scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il
grande sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto
mettere in campo per poter praticare questa affascinante disciplina.
Tale esperienza, potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto
reciproco, riconoscendo il valore delle diverse abilit¨¤ senza la
necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle competizioni vere e
proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

buon giorno, di solito non mi piace intervenire in dibattiti disordinati e non risolutivi di nulla.

detto ci¨° penso questo:

per quanto riguarda massimo si ¨¨ scusato e chiuderei qui la questione.

passando alla discussione sull'articolo di Bersan, ritengo che quanto posto da Bersan sia sicuramente un tema.

per¨° quando si pone un tema ci si deve porre anche la soluzione dello stesso.

anche perch¨¨ bersan ¨¨ Presidente dell'ascid e non un semplice opinionista.

penso intanto che se ¨¨ vero come ¨¨ vero che un torneo definito al buio non ¨¨ catalogabile come inclusivo, non sono inclusivi nemmeno tutti i tornei fin qui organizzati da circoli di non vedenti.

se poteva avere un senso in passato avere tornei per non vedenti stante le difficolt¨¤ in generale di inclusione, oggi questo non ¨¨ pi¨´ attuale.

ritengo che si debba superare per sempre l'idea di fare tornei fra non vedenti e ipo vedenti passando a una successiva fase dove ci si strutturi per essere circoli di scacchi come lo sono gli altri, accettando di essere inclusi nella FSi e rispettando tutte le norme imposte.

questo non vuol dire che poi un circolo non possa magari organizzare corsi, approfondimenti, ogni cosa insomma utile per avvicinare tanti non vedenti a questa disciplina, ma sempre avendo come faro l'inclusione come faro.

se ¨¨ cos¨¬ propongo che il torneo di Roma sia l'occasione per i due circoli costituiti per avviare un confronto costruttivo alfine di superare in avanti le singole vedute, e marciare uniti per un progetto insieme alla FSi arrivando cos¨¬ finalmente a essere circoli di tutti senza pretesa di egemonia.

spero di aver dato un contributo a questa discussione, mi aspetto da parte di tutti responsabilit¨¤, e voglia di cogliere l'occasione per una evoluzione del nostro mondo scacchistico.

un saluto a tutti

Il 26/08/2024 14:06, Bersan via groups.io ha scritto:
Ciao Massimo,

Dici che Non sono quel che sembra io sia, non sono un ipovedente, non sono
un non vedente, chi mi conosce sa quello che sono...
beh, che dire...

Affermi che io sarei in possesso di un certificato medico non attestante il
vero.
Questo, sia nel caso fosse vero, sia nel caso fosse falso, costituisce un
fatto di rilievo penale: truffa nel primo caso, diffamazione nel secondo.
Spero tu ti renda conto della gravit¨¤ del tuo messaggio...


-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] [mailto:[email protected]] Per conto di Massimo Mc Ferri
Inviato: domenica 25 agosto 2024 22:37
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti
degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message -----
From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤. Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.















Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Ciao Giuseppe,

ribadisci il fatto che il torneo sia omologato: ho forse detto il contrario?
Utilizzi il verbo infierire, che significa accanirsi con particolare violenza e ferocia contro qualcuno: ¨¨ veramente questo che traspare dal mio articolo?

Un saluto,
Bersan


-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] [mailto:[email protected]] Per conto di giuseppe baratta
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 14:01
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la
contrappoisizione,
quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato
e ribadisco e omologato

----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per
un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non
dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che
serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun
ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io
<pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail
sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il
suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a
convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando
una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti
degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io"
<bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato
che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei
portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤
visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia
interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari
sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti
a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a
giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la
competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare
a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a
ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨
svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della
posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case
nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un
piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove
sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno
stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il
pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli
scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in
cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A
TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire
con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile
per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa
sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le
partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non
lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei
pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente
±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che
possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non
vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative.
Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole,
dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare
la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che
impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato
inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤.
Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤
accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso
di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i
tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo
per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale.
A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea
interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera
tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il
grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in
campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Ciao Cosetta,
dici che l'articolo ¨¨ divisivo e che ¨¨ scritto per attaccare e infangare, ma se non citi passaggi in esso contenuti, i cui significato da te attribuito ¨¨ oggettivamente percepibile, significa giudicarmi in base a ci¨° che ritieni intendessi dire, non a ci¨° che ho realmente detto e, questo e scorretto...
Poich¨¦ parli di messaggi divisivi allo scopo di attaccare e infangare, mi piacerebbe conoscere la tua opinione su quello di Massimo, passato in questa lista con lo stesso oggetto, dove si afferma che io non sono quello che sembra, e che sono in possesso di un certificato medico non attestante il vero.
Buona serata,
Bersan


-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] [mailto:[email protected]] Per conto di Cosetta Trapletti
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 11:03
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.

Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io <pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤. Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Ciao Massimo,

Dici che Non sono quel che sembra io sia, non sono un ipovedente, non sono
un non vedente, chi mi conosce sa quello che sono...
beh, che dire...

Affermi che io sarei in possesso di un certificato medico non attestante il
vero.
Questo, sia nel caso fosse vero, sia nel caso fosse falso, costituisce un
fatto di rilievo penale: truffa nel primo caso, diffamazione nel secondo.
Spero tu ti renda conto della gravit¨¤ del tuo messaggio...


-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] [mailto:[email protected]] Per conto di Massimo Mc Ferri
Inviato: domenica 25 agosto 2024 22:37
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti
degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message -----
From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤. Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.


Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la contrappoisizione,
quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato e ribadisco e omologato

----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io <pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤. Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.













Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

¿ªÔÆÌåÓý

Ciao a tutti Non entro nel merito degli attacchi personali ¨¨ sempre brutto sentire figuriamoci riceverli ma non si tratta di attaccare un circolo o di attaccare una singola persona cos¨¬ si rischia di ghettizzare l'unico sport inclusivo al 100% che esiste al mondo
Un saluto a tutti
Rino



Inviato dal mio Galaxy


-------- Messaggio originale --------
Da: Cosetta Trapletti <cosetta.trapletti@...>
Data: 26/08/24 11:03 (GMT+01:00)
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



> Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io <pezzolerica@...> ha scritto:
>
> ?Ciao Massimo,
> nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:
>
> "Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."
>
> e poi scrivi:
>
> "Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."
>
> Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?
>
> Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.
>
>
> Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
>> Carissimo bersan,
>> Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti degli ipo-vedenti.
>>
>> Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.
>>
>> Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente,
>> ma a tutti gli effetti tu non lo sei.
>>
>>? Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.
>>

>> ----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
>> To: <[email protected]>; <[email protected]>
>> Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
>> Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI
>>
>>
>> SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
>> INCLUSIVI
>> INTRODUZIONE
>>
>> Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
>> Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
>> dell'ASCID
>> (Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
>> Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
>> Association), suprema
>> autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
>> esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
>> di recente,
>> ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
>> questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
>> dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
>> all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
>> la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
>> giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
>> bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
>> sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
>> vedere,
>> chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
>> l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
>> e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
>> giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
>> tra
>> soli ciechi.
>>
>> COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?
>>
>> I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
>> progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
>> Le scacchiere
>> hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
>> leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
>> bianche.
>> Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
>> alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
>> le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
>> ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
>> piantata
>> sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
>> almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
>> permette
>> al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
>> l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
>> e la casa
>> di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
>> giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
>> dell'avversario,
>> in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
>> momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
>> Scacchistica
>> internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
>> "alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
>> si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.
>>
>> IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?
>>
>> Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
>> il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
>> coinvolgimento
>> di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
>> Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
>> la
>> vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
>> leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
>> ³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
>> comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
>> di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
>> questa
>> privazione sensoriale.
>>
>> CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?
>>
>> Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
>> pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
>> penalizzazione
>> per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
>> e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦
>> non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
>> bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
>> sfida cognitiva
>> di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
>> utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
>> eseguire
>> correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
>> l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
>> annotare
>> le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
>> hanno maturato nel tempo per poterlo fare.
>>
>> COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?
>>
>> La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
>> non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
>> durante
>> una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
>> i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
>> essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
>> situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
>> trattamento dei
>> giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
>> ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
>> ulteriormente
>> la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
>> l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
>> vieta
>> a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
>> propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
>> FIDE
>> e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
>> di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.
>>
>> CONCLUSIONI
>>
>> Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
>> storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤. Non
>> ¨¨
>> uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
>> anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
>> praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
>> come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
>> gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
>> mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
>> bendato
>> contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
>> inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
>> bendando chi
>> vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
>> possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
>> potrebbe
>> essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
>> persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
>> °ä¾±¨°
>> non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
>> sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
>> per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
>> potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
>> valore delle
>> diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
>> competizioni vere e proprie.
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Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Ciao amici,
mi permetto di intervenire.
Nel merito, sono d'accordo con Bersan (potreste pensare che sia ovvio, dato che sono ipovedente), ma non ¨¨ questo il punto.
Leggo attacchi violenti,, anche personali, che meriterebbero migliori causa.
Bersan, che non ha certo bisogno della mia difesa, ha semplicemente posto un tema, sicuramente attuale e che, a quanto so, riguarda anche altre discipline, ad esempio il tiro con l'arco. Si pu¨° concordare o meno col suo parere, ma credo che la discussione dovrebbe rimanere sul merito della questione e non spostarsi su altri piani.
Con immutati affetto e stima.

Lorenzo?

Il Lun 26 Ago 2024, 11:03 Cosetta Trapletti via <cosetta.trapletti=[email protected]> ha scritto:
Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



> Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via <pezzolerica=[email protected]> ha scritto:
>
> ?Ciao Massimo,
> nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:
>
> "Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."
>
> e poi scrivi:
>
> "Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."
>
> Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?
>
> Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.
>
>
> Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via ha scritto:
>> Carissimo bersan,
>> Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti degli ipo-vedenti.
>>
>> Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.
>>
>> Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente,
>> ma a tutti gli effetti tu non lo sei.
>>
>>? Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.
>>
>> ----- Original Message ----- From: "Bersan via " <bersanvrioni=[email protected]>
>> To: <[email protected]>; <[email protected]>
>> Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
>> Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI
>>
>>
>> SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
>> INCLUSIVI
>> INTRODUZIONE
>>
>> Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
>> Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
>> dell'ASCID
>> (Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
>> Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
>> Association), suprema
>> autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
>> esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
>> di recente,
>> ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
>> questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
>> dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
>> all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
>> la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
>> giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
>> bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
>> sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
>> vedere,
>> chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
>> l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
>> e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
>> giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
>> tra
>> soli ciechi.
>>
>> COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?
>>
>> I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
>> progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
>> Le scacchiere
>> hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
>> leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
>> bianche.
>> Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
>> alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
>> le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
>> ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
>> piantata
>> sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
>> almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
>> permette
>> al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
>> l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
>> e la casa
>> di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
>> giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
>> dell'avversario,
>> in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
>> momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
>> Scacchistica
>> internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
>> "alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
>> si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.
>>
>> IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?
>>
>> Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
>> il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
>> coinvolgimento
>> di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
>> Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
>> la
>> vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
>> leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
>> ³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
>> comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
>> di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
>> questa
>> privazione sensoriale.
>>
>> CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?
>>
>> Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
>> pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
>> penalizzazione
>> per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
>> e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦
>> non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
>> bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
>> sfida cognitiva
>> di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
>> utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
>> eseguire
>> correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
>> l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
>> annotare
>> le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
>> hanno maturato nel tempo per poterlo fare.
>>
>> COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?
>>
>> La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
>> non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
>> durante
>> una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
>> i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
>> essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
>> situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
>> trattamento dei
>> giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
>> ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
>> ulteriormente
>> la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
>> l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
>> vieta
>> a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
>> propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
>> FIDE
>> e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
>> di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.
>>
>> CONCLUSIONI
>>
>> Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
>> storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤. Non
>> ¨¨
>> uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
>> anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
>> praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
>> come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
>> gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
>> mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
>> bendato
>> contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
>> inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
>> bendando chi
>> vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
>> possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
>> potrebbe
>> essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
>> persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
>> °ä¾±¨°
>> non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
>> sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
>> per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
>> potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
>> valore delle
>> diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
>> competizioni vere e proprie.
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Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

 

Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.

Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io <pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente ±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e ²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤. Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.