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Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


 

caro bersan, ¨¨ questo che ho capito da
l tuo articolo,

----- Original Message -----
From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 2:40 PM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Ciao Giuseppe,

ribadisci il fatto che il torneo sia omologato: ho forse detto il contrario?
Utilizzi il verbo infierire, che significa accanirsi con particolare violenza e ferocia contro qualcuno: ¨¨ veramente questo che traspare dal mio articolo?

Un saluto,
Bersan


-----Messaggio originale-----
Da: [email protected] [mailto:[email protected]] Per conto di giuseppe baratta
Inviato: luned¨¬ 26 agosto 2024 14:01
A: [email protected]
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

caro bersan, inoltre il torneo ¨¨ stato omologato nonostante la
contrappoisizione,
quindi non ha senso continuare a infierire quando un toerneo si ¨¨ disputato
e ribadisco e omologato
----- Original Message -----
From: "Cosetta Trapletti" <cosetta.trapletti@...>
To: <[email protected]>
Sent: Monday, August 26, 2024 11:02 AM
Subject: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per
un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non
dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che
serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun
ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io
<pezzolerica@...> ha scritto:

?Ciao Massimo,
nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:

"Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."

e poi scrivi:

"Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."

Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?

Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail
sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il
suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a
convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando
una discussione interessante per tutti e costruttiva.


Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
Carissimo bersan,
Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti
degli ipo-vedenti.

Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.

Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti
dichiara non-vedente,
ma a tutti gli effetti tu non lo sei.

Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.

----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io"
<bersanvrioni@...>
To: <[email protected]>; <[email protected]>
Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI
DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
INCLUSIVI
INTRODUZIONE

Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
dell'ASCID
(Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
Association), suprema
autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato
che
di recente,
ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei
portare
questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤
visiva,
dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia
interessato
all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari
sentire
la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti
a
giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a
giocare
bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la
competizione
sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare
a
vedere,
chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a
ciechi
e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨
svolta
tra
soli ciechi.

COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?

I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della
posizione.
Le scacchiere
hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case
nere
leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
bianche.
Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un
piolo
alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove
sia
le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno
stabile
ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
piantata
sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
permette
al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il
pezzo
e la casa
di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
dell'avversario,
in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
Scacchistica
internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli
scacchi
"alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in
cui
si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.

IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A
TOCARE?

Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire
con
il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
coinvolgimento
di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
Questo non per poter giocare a scacchi, ma ±è±ð°ù³¦³ó¨¦ gli ¨¨ indispensabile
per
la
vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa
sviluppare
³Ü²Ô'²¹²ú¾±±ô¾±³Ù¨¤
comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le
partite
di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
questa
privazione sensoriale.

CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?

Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non
lo
pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
penalizzazione
per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei
pezzi
e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente
±è±ð°ù³¦³ó¨¦
non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
sfida cognitiva
di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che
possono
utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
eseguire
correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
annotare
le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non
vedenti
hanno maturato nel tempo per poterlo fare.

COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?

La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
durante
una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative.
Laddove
i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole,
dovrebbe
essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
trattamento dei
giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
ulteriormente
la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
vieta
a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare
la
propria scacchiera. °ä¾±¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
FIDE
e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che
impone
di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato
inaccettabile.

CONCLUSIONI

Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e abilit¨¤.
Non
¨¨
uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤
accessibile
anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso
di
praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i
tornei
come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo
per
gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale.
A
mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
bendato
contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
bendando chi
vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea
interessante
potrebbe
essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera
tattile.
°ä¾±¨°
non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il
grande
sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in
campo
per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
valore delle
diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
competizioni vere e proprie.












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