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Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


 

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Ciao a tutti Non entro nel merito degli attacchi personali ¨¨ sempre brutto sentire figuriamoci riceverli ma non si tratta di attaccare un circolo o di attaccare una singola persona cos¨¬ si rischia di ghettizzare l'unico sport inclusivo al 100% che esiste al mondo
Un saluto a tutti
Rino



Inviato dal mio Galaxy


-------- Messaggio originale --------
Da: Cosetta Trapletti <cosetta.trapletti@...>
Data: 26/08/24 11:03 (GMT+01:00)
Oggetto: Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI

Bene ragazzi, ci risiamo! Diamoci addosso nuovamente! Fantastico!
Mi d¨¤ la sensazione che questo articolo sia stato pubblicato, non tanto per un dibattito ma per infangare o attaccare un circolo.
Non me ne volere Bersan ma io penso che un presidente dovrebbe unire e non dividere!
Ognuno ha il diritto di avere la propria opinione sull¡¯argomento ma a che serviva pubblicare questo articolo: ormai il torneo ¨¨ stato fatto e nessun ipovedente, te compreso, era obbligato a partecipare.



> Il giorno 26 ago 2024, alle ore 09:19, Erica Pezzolato via groups.io <pezzolerica@...> ha scritto:
>
> ?Ciao Massimo,
> nella tua precedente mail riferendoti a Bersan, scrivi:
>
> "Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei."
>
> e poi scrivi:
>
> "Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente, ma a tutti gli effetti tu non lo sei."
>
> Se non ¨¨ ipovedente e non ¨¨ non vedente, cos'¨¨ Bersan?
>
> Ad ogni modo, credo che tu sia andato fuori tema. Che l'autore della mail sia vedente, ipovedente o cieco, ¨¨ poco rilevante: l'autore ha espresso il suo pensiero, motivandolo, puoi condividerlo oppure no, puoi provare a convincerlo che sbaglia, portando argomentazioni, facendo esempi e creando una discussione interessante per tutti e costruttiva.
>
>
> Il 25/08/2024 22:37, Massimo Mc Ferri via groups.io ha scritto:
>> Carissimo bersan,
>> Agli occhi di chi ti non conosce, sembri un perfetto paladino dei diritti degli ipo-vedenti.
>>
>> Ma chi ti conosce, sa' perfettamente che tu un ipo-vedente non lo sei.
>>
>> Potresti anche avere il certificato della commissione oculistica, che ti dichiara non-vedente,
>> ma a tutti gli effetti tu non lo sei.
>>
>>? Mi dispiace molto doverlo dire, ma e' proprio cosi.
>>

>> ----- Original Message ----- From: "Bersan via groups.io" <bersanvrioni@...>
>> To: <[email protected]>; <[email protected]>
>> Sent: Saturday, August 24, 2024 10:31 PM
>> Subject: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI
>>
>>
>> SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE
>> INCLUSIVI
>> INTRODUZIONE
>>
>> Mi chiamo Bersan Vrioni, sono uno scacchista non vedente, cinque volte
>> Campione Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti, Presidente
>> dell'ASCID
>> (Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani), nonch¨¦
>> Rappresentante per l'Italia all'IBCA (International Braille Chess
>> Association), suprema
>> autorit¨¤ mondiale degli scacchi per ciechi e ipovedenti. Scrivo per
>> esprimere la mia opinione in merito ad un dibattito che, sia nel passato che
>> di recente,
>> ha animato la comunit¨¤ degli scacchisti ciechi e ipovedenti. Vorrei portare
>> questo tema all'attenzione anche degli scacchisti senza disabilit¨¤ visiva,
>> dei disabili visivi che non sono scacchisti e, di chiunque sia interessato
>> all'argomento, con l'auspicio di farli riflettere in merito e magari sentire
>> la loro opinione. Si discute sul'opportunit¨¤ di organizzare tornei aperti a
>> giocatori con diversa capacit¨¤ visiva, in cui tutti siano tenuti a giocare
>> bendati. I sostenitori di tale modalit¨¤ ritengono che cos¨¬ la competizione
>> sarebbe equa, si giocherebbe ad armi pari; i ciechi non possono imparare a
>> vedere,
>> chi vede pu¨° imparare a toccare. Infatti, dal 22 al 24 marzo 2024, presso
>> l'Accademia Scacchi Milano, si ¨¨ tenuto un torneo di scacchi aperto a ciechi
>> e ipovedenti, dove per regolamento, tutti i partecipanti erano tenuti a
>> giocare bendati. Non ha partecipato nessun ipovedente, la gara si ¨¨ svolta
>> tra
>> soli ciechi.
>>
>> COME GIOCANO I CIECHI A SCACCHI?
>>
>> I ciechi giocano a scacchi utilizzando scacchiere e pezzi appositamente
>> progettati per consentire un'agevole esplorazione tattile della posizione.
>> Le scacchiere
>> hanno dimensioni comprese tra 20 e 30 centimetri per lato, con le case nere
>> leggermente rialzate di qualche millimetro per essere distinguibili dalle
>> bianche.
>> Ne esistono due tipi: quelle con le case forate e i pezzi dotati di un piolo
>> alla base per essere ancorati alla scacchiera, e quelle magnetiche, dove sia
>> le case che i pezzi sono provvisti di magneti che garantiscono uno stabile
>> ancoraggio. I pezzi neri sono contrassegnati da una piccola capocchia
>> piantata
>> sulla sommit¨¤ che li rende distinguibili dai bianchi. Se a giocare vi ¨¨
>> almeno un cieco, ciascun giocatore utilizza la propria scacchiera. Questo
>> permette
>> al non vedente di esplorare la posizione dei pezzi senza disturbare
>> l'avversario. Le mosse vengono annunciate verbalmente, specificando il pezzo
>> e la casa
>> di destinazione (ad esempio, "Cavallo in F3"). Dopo ogni mossa, ciascun
>> giocatore la esegue sulla sua scacchiera, sia la propria che quella
>> dell'avversario,
>> in modo che entrambe le scacchiere riflettano la stessa posizione in ogni
>> momento. Questa ¨¨ una modalit¨¤ regolamentata dalla FIDE (Federazione
>> Scacchistica
>> internazionale), da non confondere con gli scacchi "alla cieca". Gli scacchi
>> "alla cieca" sono una variante (non standard) del gioco degli scacchi in cui
>> si gioca senza scacchiera, ovvero senza poterla ne vedere ne toccare.
>>
>> IL CIECHO NON PUO' IMPARARE A VEDERE: CHI VEDE POTREBBE IMPARARE A TOCARE?
>>
>> Per una persona cieca, il tatto ¨¨ un mezzo fondamentale per interagire con
>> il mondo. Imparare a utilizzarlo in modo sempre pi¨´ efficace richiede il
>> coinvolgimento
>> di diversi processi cognitivi e dinamici, che si perfezionano nel tempo.
>> Questo non per poter giocare a scacchi, ma perch¨¦ gli ¨¨ indispensabile per
>> la
>> vita quotidiana: per orientarsi nello spazio, riconoscere gli oggetti,
>> leggere, scrivere e molto altro ancora. Affinch¨¦ chi vede possa sviluppare
>> un'abilit¨¤
>> comparabile, non basterebbe di certo indossare una benda durante le partite
>> di un torneo; dovrebbe vivere ogni giorno della sua vita, per anni, con
>> questa
>> privazione sensoriale.
>>
>> CHI VEDE, DA BENDATO, GIOCHEREBBE CONTRO UN CIECHO AD ARMI PARI?
>>
>> Privare della vista chi normalmente vede, anche se solo parzialmente, non lo
>> pone nelle stesse condizioni di un cieco; rappresenterebbe un'enorme
>> penalizzazione
>> per lui. Egli non pu¨° raccogliere informazioni sulla collocazione dei pezzi
>> e le relazioni spaziali tra essi attraverso il tatto, semplicemente perch¨¦
>> non ha mai avuto la necessit¨¤ di sviluppare tale capacit¨¤. Per ci¨°, da
>> bendato sarebbe costretto a giocare "alla cieca", ovvero affrontare una
>> sfida cognitiva
>> di gran lunga superiore a quelle affrontate dai giocatori ciechi che possono
>> utilizzare il tatto. Inoltre, gli risulterebbe estremamente difficile
>> eseguire
>> correttamente le proprie e altrui mosse sulla scacchiera, o consultare
>> l'orologio. Dovrebbe anche imparare a gestire un registratore vocale per
>> annotare
>> le mosse, senza l'ausilio della vista e senza l'esperienza che i non vedenti
>> hanno maturato nel tempo per poterlo fare.
>>
>> COSA DICONO A PROPOSITO I REGOLAMENTI FIDE?
>>
>> La prefazione delle regole degli scacchi recita: "Le Regole degli scacchi
>> non possono coprire tutte le possibili situazioni che possono sorgere
>> durante
>> una partita, n¨¦ possono regolare tutte le questioni amministrative. Laddove
>> i casi non siano esattamente regolati da un Articolo delle Regole, dovrebbe
>> essere possibile raggiungere una corretta decisione studiando analoghe
>> situazioni che sono affrontate nelle Regole". Le "Linee guida sul
>> trattamento dei
>> giocatori di scacchi disabili" prevedono la possibilit¨¤ per i giocatori
>> ipovedenti, di poter utilizzare apposite lampade, per illuminare
>> ulteriormente
>> la propria scacchiera e, ovviamente, facendo il modo che ci¨° non disturbi
>> l'avversario. Immaginiamo che sia indetto un torneo il cui regolamento,
>> vieta
>> a priori ai giocatori ipovedenti di utilizzare la lampada per illuminare la
>> propria scacchiera. Ci¨° contrasterebbe con le succitate linee guida della
>> FIDE
>> e il torneo non andrebbe omologato. A maggior ragione, un torneo che impone
>> di bendare i giocatori ipovedenti dovrebbe essere considerato inaccettabile.
>>
>> CONCLUSIONI
>>
>> Gli scacchi sono un gioco di strategia, riflessione e intelligenza, che
>> storicamente ha unito persone di diverse culture, et¨¤, genere e abilit¨¤. Non
>> ¨¨
>> uno sport adattato esclusivamente per i ciechi, ma un'attivit¨¤ accessibile
>> anche a chi non pu¨° vedere. Come scacchista non vedente, sono orgoglioso di
>> praticare questa disciplina che, ci permette di competere in tutti i tornei
>> come qualsiasi altro giocatore, seguendo le stesse regole, concorrendo per
>> gli stessi titoli e partecipando allo stesso circuito di rating mondiale. A
>> mio avviso, piuttosto che promuovere una vera integrazione, far giocare
>> bendato
>> contro i ciechi chi vede, rischia di trasformare l'intrinseco potere
>> inclusivo degli scacchi in ghettizzazione. L'inclusione non si ottiene
>> bendando chi
>> vede, ma aiutando gli scacchisti non vedenti a superare gli ostacoli che
>> possono incontrare nella pratica di questa disciplina. Una idea interessante
>> potrebbe
>> essere quella di organizzare manifestazioni dimostrative dove invitare
>> persone non cieche a indossare una benda ed esplorare la scacchiera tattile.
>> Ci¨°
>> non per insegnare a giocare senza vedere, ma per far comprendere il grande
>> sforzo e l'impegno che noi scacchisti ciechi abbiamo dovuto mettere in campo
>> per poter praticare questa affascinante disciplina. Tale esperienza,
>> potrebbe aiutare a promuovere un vero rispetto reciproco, riconoscendo il
>> valore delle
>> diverse abilit¨¤ senza la necessit¨¤ di imporre barriere artificiali nelle
>> competizioni vere e proprie.
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