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Re: SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI


 

Ciao a tutti,
nonostante la mia poca esperienza, voglio condividere con voi una delle ragioni principali che mi ha avvicinato a questo straordinario gioco della mente: la possibilit¨¤ di giocare a scacchi in modo naturale, indipendentemente dalla mia disabilit¨¤. Con la mia scacchiera e il mio orologio, posso concentrarmi sul gioco senza preoccuparmi di chi sia il mio avversario.
Che si tratti di una persona vedente, ipovedente, cieca come me, o che abbia qualsiasi altra disabilit¨¤, ogni giocatore ha la libert¨¤ di scegliere se sedersi davanti al pc o a untavolo e partecipare a un torneo. Non ci sono limiti legati all¡¯et¨¤, al genere o alle abilit¨¤ fisiche: chiunque pu¨° trovare nei scacchi uno spazio di espressione libera e rispettosa degli altri.
Personalmente penso che se chiedessi a una persona ipovedente o vedente di bendarsi, probabilmente la metterei in una condizione di svantaggio. Inoltre, credo che il tempo di gioco sia un fattore cruciale.?
Io scelgo e preferisco partite pi¨´ lunghe, che mi permettano di compensare non solo il mio deficit visivo, ma anche le mie lacune teoriche.?
Anche se la vista o ipovisione possono essere un vantaggio, ci¨° che davvero conta ¨¨ lo studio e l¡¯esercizio costante.
Detto ci¨°, ritengo che chiunque si iscriva a un torneo, con o senza bende, lo faccia per una propria decisione consapevole. Ha letto il regolamento e pu¨° autonomamente decidere se partecipare o meno, in base alle regole stabilite. Una volta fatta la scelta, si dovr¨¤ rispettare quanto previsto dal regolamento del torneo.
Un caro saluto a tutti nella speranza che torni a regnare l'armonia.


Il giorno mar 27 ago 2024 alle ore 08:55 Dieg¨°tolo 73 via <diegotolo73=[email protected]> ha scritto:


Buongiorno, sono totalmente d'accordo con Bersan sulla prima mail e anche sulla risposta che ha dato a Paolo. Non perch¨¨ sia di parte,
ho letto con piacere alcuni non vedenti totali pensarla allo stesso modo.
Senza dover fare tornei tutti bendati e creare altre disparit¨¤ e senza doverne fare di soli ciechi e di soli ipovedenti, visto che siamo gi¨¤
pochi, si potrebbe valutare l'idea di introdurre un titolo per il primo classificato non vedente e il primo ipovedente, all'interno della classifica
generale, come si fa per la campionessa italiana. Anzi, non solo il primo ma una classifica avulsa completa di soli non vedenti e ipovedenti.
Forse potrebbe togliere ad alcuni quel senso di frustrazione e ingiustizia che sentono nel giocare non alla pari. Poi magari qualche ipo grave potrebbe
obbiettare che ¨¨ svantaggiato rispetto a uno meno grave.... ma vi assicuro che negli scacchi la classifica ¨¨ pi¨´ veritiera di altri sport perch¨¨ si basa sulla capacit¨¤
di calcolo e comprensione della posizione, che sia fatta con gli occhi con le mani o a mente.
Anche questa idea della classifica avulsa non ¨¨ di parte, infatti a me non interessa: prima di tutto gioco perch¨¨ mi piace e mi diverte. Secondo guardo la variazione elo.
Terzo una buona posizione non mi dispiace. Ma l'ordine delle mie priorit¨¤ sono queste. Prova ¨¨ che partecipo a tornei tra vedenti e se ci penso, potrei
sentirmi un po' svantaggiato. Ma se poi vinco qualche partita, nonostante questo, la soddisfazione ¨¨ anche maggiore.
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ciao, Diego



Da:?[email protected] <[email protected]> per conto di Bersan via <bersanvrioni=[email protected]>
Inviato:?luned¨¬ 26 agosto 2024 23:03
A:?[email protected] <[email protected]>
Oggetto:?Re: [c4b] SCACCHI E DISABILITA' VISIVA: NO ALLA BENDA, GLI SCACCHI DEVONO RIMANERE INCLUSIVI
?
Ciao Paolo,

grazie per aver condiviso il tuo punto di vista in merito alla mia opinione espressa nell'articolo in oggetto.
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